Finalmente, dopo anni di attesa, sospensione dei lavori e altre faccenducole che ai ciclo-amatori rimangono indifferenti, il percorso da Treviso a Punta Sabbioni è completamente ciclabile (a parte qualche tratto su strada promiscua che si vedrà).
Mancava il tratto fondamentale da Portegrandi – Caposile che, miracolosamente, è stato inaugurato e aperto il 9 aprile 2017.
Quindi gli Amici che pedalano non potevano non percorrerlo tutto.
30 Aprile 2017, alle 9.00 si parte siamo in 11, dalla stazione di Treviso dove siamo giunti con il treno Regionale Veloce partito alle ore 8.00 da Vicenza (con cambio a Mestre).
Si attraversa una minima parte della città aggirando le mura medioevali e, alla fine della Via J. Tasso, si prende sulla destra l’alzaia del Sile: qui inizia la ciclovia E4.
Il percorso si sviluppa inizialmente seguendo l’argine sinistro del fiume, tra salici e pioppi, ed è assolutamente ciclo-pedonale. Poi, dopo alcuni chilometri si passa sulla destra orografica da dove si possono notare imbarcazioni da trasporto di antica data, abbandonate nel cosiddetto “cimitero dei burci”.
A Casier una prima sosta per rifocillarci e si riparte.
Da Casier a Quarto d’Altino il collegamento è completamente ciclabile, la giornata fresca e soleggiata favorisce la visione di un paesaggio che muta continuamente, praticamente è sempre possibile fare birdwatching.
Attenzione al passaggio in prossimità di Casale sul Sile, non andare in direzione del centro del paese ma, in corrispondenza della strada provinciale Roncade Casale, cercare l’attraversamento ciclabile che porta sulla sinistra del fiume.
Poi località Musestre, Quarto d’Altino, Portegrandi (percorsi 35 km) da dove, attraversata la chiusa, inizia il rettilineo (10 km) che segue la destra del Taglio del Sile, opera di ingegneria idraulica costruita dai veneziani alla fine del'400 per difendere la città e la Laguna dal lento ma inesorabile interramento provocato dal trasporto di limi, in questo modo l'originario corso del fiume, che sfociava a Portegrandi, è stato deviato aggirando tutta la laguna nord per costringere le sue acque a sfociare sul mare all'altezza dal Cavallino. Laguna salva. Analoga cosa i veneziani fecero per il fiume Brenta. Alla fine del percorso lungo il Taglio si giunge a Caposile.
Si costeggiano le barene e la Laguna di Venezia con colpi d’occhio straordinari sull'orizzonte chiuso dalle sagome dei campanili di Venezia e dell'estuario.
Giunti a Caposile (percorsi circa 50 km), sulla nostra sinistra c'è il ponte di barche che permette di attraversare il Taglio del Sile (ma non si deve attraversare), il percorso quindi prosegue per via Salsi, strada con traffico promiscuo, ma discretamente contenuto almeno in questa stagione, che segue l’argine destro del Sile giunto ormai quasi alla foce artificiale.
Si decide la sosta pranzo, scegliamo Contry House Salomè, sempre lungo la via Salsi alle porte di Jesolo Paese.
Vedere la nostra recensione completamente negativa già inviata per la pubblicazione su Trip Advisor.
A parte la lunga attesa (i ciclisti notoriamente quando devono fare il pieno non amano attendere), abbiamo mangiato un improbabile antipasto impostoci praticamente con la forza dal titolare che sembrava più interessato a proseguire la siesta in giardino, piuttosto che preparare da mangiare.
Antipasto con olive (comunissime confezionate Zuccato), qualche tarallo (taralli pugliesi a Jesolo? Si esatto), e altre sciocchezze prive di sostanza ma del tutto scenografiche, innaffiate da un vino pessimo da torcibudella.
In seguito, dopo lunga attesa, oltre un’ora dal nostro arrivo, una cucchiaiata di risotto agli asparagi (almeno questa era la pretesa dello chef, ma sinceramente possiamo dare un voto 4) e bis di pappardelle (poche e impaccate) con un sugo (sic) indefinibile.
Vino come detto pessimo, il tutto per € 28 a cranio. In conclusione cancellare questo luogo dalle possibili soste.
Si riparte e raggiungiamo Jesolo Paese, qui si imbocca a destra, dopo circa 3-400 metri in centro abitato, Via Parco della Rimembranza fino a costeggiare nuovamente l'argine destro del Sile e, giunti a un bivio, si prende a sinistra dove inizia un percorso straordinario (Via Cristo Re) che ci conduce, dopo alcuni km, alle chiuse di Canale Casson che si attraversano entrambe in un ambiente molto particolare.
Poi si prosegue costeggiando il canale fino al centro abitato del Cavallino.
Qui varie possibilità dal centro urbano, vie ciclabili intervallate a strade promiscue, comunque sempre con la laguna alla nostra destra si giunge a Punta Sabbioni. Abbiamo percorso 83 Km.
Da Punta Sabbioni imbarco per il lido su Motonave. Attenzione non tutti i collegamenti da Punta Sabbioni al Lido imbarcano le bici è consigliabile controllare gli orari sul sito di ACTV linee di navigazione.
Sbarchiamo al Lido Santa Maria Elisabetta e facciamo un piccolo giro lungo il Gran Viale dove, immersi in atmosfere anni '30 (tutto al Lido è fermo a quei momenti), ci facciamo una magnum di prosecco e poi via lungo le strade d'altri tempi dell'isola per raggiungere a San Nicoletto l'imbarcadero del ferry boat che ci porterà al Tronchetto.
Quindi Piazzale Roma e Stazione FS Santa Lucia attraversando il Ponte di Calatrava e treno per il ritorno a casa.
Note:
1. il percorso richiede l'intera giornata, tenuto conto dei tempi per gli spostamenti in treno e in mare;
2. circa il 70% del percorso è sterrato;
3. sul rettilineo Portegrandi Casale non c'è alcuna possibilità di rifornimento di acqua, quindi in giornate estive fare molta attenzione a non rimanerne sprovvisti;
4. i punti di ristoro veri e propri sono pochi: possibili soste con bar e bagni sono a Casier, e Jesolo mentre nel tratto Cavallino Punta Sabbioni non ci sono problemi.