lunedì 1 maggio 2017

Ciclovia del Sile da Treviso a Punta Sabbioni (con variante di prosecco al Lido)

Finalmente, dopo anni di attesa, sospensione dei lavori e altre faccenducole che ai ciclo-amatori rimangono indifferenti, il percorso da Treviso a Punta Sabbioni è completamente ciclabile (a parte qualche tratto su strada promiscua che si vedrà).
Mancava il tratto fondamentale da Portegrandi – Caposile che, miracolosamente, è stato inaugurato e aperto il 9 aprile 2017.
Quindi gli Amici che pedalano non potevano non percorrerlo tutto.
30 Aprile 2017, alle 9.00 si parte siamo in 11, dalla stazione di Treviso dove siamo giunti con il treno Regionale Veloce partito alle ore 8.00 da Vicenza (con cambio a Mestre).
Si attraversa una minima parte della città aggirando le mura medioevali e, alla fine della Via J. Tasso, si prende sulla destra l’alzaia del Sile: qui inizia la ciclovia E4.
Il percorso si sviluppa inizialmente seguendo l’argine sinistro del fiume, tra salici e pioppi, ed è assolutamente ciclo-pedonale. Poi, dopo alcuni chilometri si passa sulla destra orografica da dove si possono notare imbarcazioni da trasporto di antica data, abbandonate nel cosiddetto “cimitero dei burci”.
A Casier una prima sosta per rifocillarci e si riparte.
Da Casier a Quarto d’Altino il collegamento è completamente ciclabile, la giornata fresca e soleggiata favorisce la visione di un paesaggio che muta continuamente, praticamente è sempre possibile fare birdwatching.
Attenzione al passaggio in prossimità di Casale sul Sile, non andare in direzione del centro del paese ma, in corrispondenza della strada provinciale Roncade Casale, cercare l’attraversamento ciclabile che porta sulla sinistra del fiume.


Poi località Musestre, Quarto d’Altino, Portegrandi (percorsi 35 km) da dove, attraversata la chiusa, inizia il rettilineo (10 km) che segue la destra del Taglio del Sile, opera di ingegneria idraulica costruita dai veneziani alla fine del'400 per difendere la città e la Laguna dal lento ma inesorabile interramento provocato dal trasporto di limi, in questo modo l'originario corso del fiume, che sfociava a Portegrandi, è stato deviato aggirando tutta la laguna nord per costringere le sue acque a sfociare sul mare all'altezza dal Cavallino. Laguna salva. Analoga cosa i veneziani fecero per il fiume Brenta. Alla fine del percorso lungo il Taglio si giunge a Caposile.
Si costeggiano le barene e la Laguna di Venezia con colpi d’occhio straordinari sull'orizzonte chiuso dalle sagome dei campanili di Venezia e dell'estuario.
Giunti a Caposile (percorsi circa 50 km), sulla nostra sinistra c'è il ponte di barche che permette di attraversare il Taglio del Sile (ma non si deve attraversare), il percorso quindi prosegue per via Salsi, strada con traffico promiscuo, ma discretamente contenuto almeno in questa stagione, che segue l’argine destro del Sile giunto ormai quasi alla foce artificiale.
Si decide la sosta pranzo, scegliamo Contry House Salomè, sempre lungo la via Salsi alle porte di Jesolo Paese.
Vedere la nostra recensione completamente negativa già inviata per la pubblicazione su Trip Advisor.
A parte la lunga attesa (i ciclisti notoriamente quando devono fare il pieno non amano attendere), abbiamo mangiato un improbabile antipasto impostoci praticamente con la forza dal titolare che sembrava più interessato a proseguire la siesta in giardino, piuttosto che preparare da mangiare.
Antipasto con olive (comunissime confezionate Zuccato), qualche tarallo (taralli pugliesi a Jesolo? Si esatto), e altre sciocchezze prive di sostanza ma del tutto scenografiche, innaffiate da un vino pessimo da torcibudella.
In seguito, dopo lunga attesa, oltre un’ora dal nostro arrivo, una cucchiaiata di risotto agli asparagi (almeno questa era la pretesa dello chef, ma sinceramente possiamo dare un voto 4) e bis di pappardelle (poche e impaccate) con un sugo (sic) indefinibile.
Vino come detto pessimo, il tutto per € 28 a cranio. In conclusione cancellare questo luogo dalle possibili soste.
Si riparte e raggiungiamo Jesolo Paese, qui si imbocca a destra, dopo circa 3-400 metri in centro abitato, Via Parco della Rimembranza fino a costeggiare nuovamente l'argine destro del Sile e, giunti a un bivio, si prende a sinistra dove inizia un percorso straordinario (Via Cristo Re) che ci conduce, dopo alcuni km, alle chiuse di Canale Casson che si attraversano entrambe in un ambiente molto particolare.
Poi si prosegue costeggiando il canale fino al centro abitato del Cavallino.
Qui varie possibilità dal centro urbano, vie ciclabili intervallate a strade promiscue, comunque sempre con la laguna alla nostra destra si giunge a Punta Sabbioni. Abbiamo percorso 83 Km.
Da Punta Sabbioni imbarco per il lido su Motonave. Attenzione non tutti i collegamenti da Punta Sabbioni al Lido imbarcano le bici è consigliabile controllare gli orari sul sito di ACTV linee di navigazione.


Sbarchiamo al Lido Santa Maria Elisabetta e facciamo un piccolo giro lungo il Gran Viale dove, immersi in atmosfere anni '30 (tutto al Lido è fermo a quei momenti), ci facciamo una magnum di prosecco e poi via lungo le strade d'altri tempi dell'isola per raggiungere a San Nicoletto l'imbarcadero del ferry boat che ci porterà al Tronchetto.



Quindi Piazzale Roma e Stazione FS Santa Lucia attraversando il Ponte di Calatrava e treno per il ritorno a casa.

Note:
1. il percorso richiede l'intera giornata, tenuto conto dei tempi per gli spostamenti in treno e in mare;
2. circa il 70% del percorso è sterrato;
3. sul rettilineo Portegrandi Casale non c'è alcuna possibilità di rifornimento di acqua, quindi in giornate estive fare molta attenzione a non rimanerne sprovvisti;
4. i punti di ristoro veri e propri sono pochi: possibili soste con bar e bagni sono a Casier, e Jesolo mentre nel tratto Cavallino Punta Sabbioni non ci sono problemi.

venerdì 27 giugno 2014

7° ed ultimo giorno: Klek - Dubrovnik (Km 78)

Bellissimo il paesaggio, il panorama sul mare, con tutte le isole che si vedono, è straordinario.



Attraversiamo il piccolo pezzettino di territorio della  Bosnia dove per transitare si devono esibire i documenti. Un minimo lembo di terra bosniaca sul mare, saranno si e no una decina di km, che probabilmente sono costati devastazione e chissà cos’altro durante le guerre Yugoslave.




Poi di nuovo Croazia.




Ed eccoci verso le due del pomeriggio giungere a Dubrovnik e attraversare il vertiginoso ponte che collega i versanti dell’insenatura.



Alcuni dei nostri sono andati in fuga, e sono segnalati all’inizio del resoconto, noi siamo arrivati più tardi perché andiamo più piano di loro, ma la realtà è che ci siamo fermati a bere e mangiare. Comunque onore alle fughe “bidone” come si dice in gergo ciclistico. Quelle cioè che il gruppo lascia arrivare al traguardo senza tentare di riprendere i fuggitivi, come i nostri Toni, Eros, Giancarlo e, staccati, Franco e Toni C.
Dubrovnik è una città di turismo usa e getta, come Venezia, grandi navi in porto, orde di turisti, appunto, usa e getta che invadono letteralmente la città storica, si sente proprio l’odore dell’industria dei soldi, il turista va spennato fino all’ultimo cent, e difatti i prezzi qui, rispetto a tutto il resto della Croazia, sono decisamente alti.



Ed in effetti qui si fatica a trovare sistemazione, ci sono alberghi di lusso o camere (come quelle che abbiamo trovato noi) che lasciano alquanto a desiderare sotto tutti i punti di vista.
Comunque non bisogna formalizzarsi, la meta del nostro viaggi oè raggiunta xon successo, nessuna foratura, nessuna caduta o incidente di alcun genere, tutto è andato bene.
Nel pomeriggio arriva Paolo da Schio con il furgone che dovrà trasportare le bici a casa.



Ci concediamo un giorno di riposo (sabato 28 giugno) e domenica mattina alle ore 9.00 tutti in volo per Milano Malpensa.




Si rientra, anche questa è fatta.



Alla prossima!!!  Amici che pedalano!!!

giovedì 26 giugno 2014

6° giorno: Makarska – Klek (85 km)


La mattina alle 11.00 c’è il traghetto che ci porta a Makarska.
Si sente già odore di Dubrovnik. Il percorso è al solito Sali scendi, giungiamo nella cittadina di Ploce, che era in un primo tempo la meta di questa tappa, ci rendiamo conto che per fortuna il programma è cambiato, si tratta di una località assolutamente da sconsigliare. Ci dispiace per chi ci vive.



Va comunque detto che il paesaggio, per alcuni Km prima di arrivare a Ploce, è particolare: colline insenature, laghi interni, vegetazione fittissima e la strada che si snoda tra queste belle vedute.


Dopo Ploce, verso SUD, si apre una vasta pianura, il delta del fiume Neretva. L’unico percorso pianeggiante del viaggio, ma a dire la verità preferiamo le salite, qui non si può certo dire di avere un paesaggio attorno degno di ricordo.


Aggirato tutto il delta del fiume ricomincia (finalmente)la dura salita e dopo svariati sali scendi spacca gambe, arriviamo a Klek.
Località turistica che si trova a un paio di km prima del confine con la Bosnia.  L’impressione è che non ci sia qui un gran movimento nemmeno in alta stagione.


Troviamo sistemazione su dei bungalow, non molto accoglienti e qualcuno deve dormire sui divani.

Cena su un prefabbricato dove ci cucinano alcune cose discrete.


mercoledì 25 giugno 2014

5° giorno Primosten, Split, traghetto all’isola di Braz e suo attraversamento. (Km 105)

Il programma iniziale prevedeva di arrivare a Omis ma stamattina decidiamo di modificarlo. L’idea è quella di pedalare anche su un’altra isola. Dopo alcuni km arriviamo nella città di Trogir e la visitiamo, città meravigliosa.



Arriviamo successivamente a Spalato, dopo 65 km, che è un’altra splendida città che visitiamo (dopo Dubrovnik forse è la più bella della Croazia).




Ci imbarchiamo per l’isola di Brac, destinazione Sumartin, dall’altra parte dell’attracco in isola, sono 40 km, dei quali i primi 13 di salita secca che non molla mai (anche 9/10%), mentre dopo poi si viaggia velocemente sul crinale ed infine si scende. La competizione entra nel vivo.
In quest’isola ci siamo presi un bel acquazzone, l’unico di tutto il percorso, proprio sulle salite durissime a cui, naturalmente, sono seguite le discese ma, dato che il vento addirittura ci spostava le ruote delle bici, abbiamo usato prudenza.
Oggi comunque è stata una giornata emozionante, la visita di Trogir e di Spalato, il traghetto a Brac, il percorso sull’isola, l’arrivo a Sumartin, tutto molto bello.
Sistemazione in camere, alla buona, ci si arrangia, nessuno è schizzignoso.



Cena in un locale tipico in mezzo alla vegetazione, arrivati e rientrati con taxi.
Poi il bicchiere della staffa in un bar sul mare, l’unico aperto in paese, luogo da nottambuli con musica di Lady Gaga a palla. Si fa tardi, è ora di  andare a dormire.

La mattina alle 11.00 c’è il traghetto per Makarska, abbandoniamo la belissima isola di Brac mentre Sumartin (San Martino), che è un tranquillo paese di pescatori adagiato attorno alla bellissima baia, fa venire voglia di restare.


martedì 24 giugno 2014

4° Giorno Zadar - Primosten (106 km)

È martedì, la stanchezza pesa sulle gambe ma bisogna dire che il livello di forma risulta essere molto buono per tutti.

Sotto i nostri piedi l'Organo del mare a Zadar
Tappa lunga, con panorami sempre mozzafiato sulle isole e su un mare brillante, la giornata di pedale si chiuderà con 106 km percorsi.



Primosten merita la sosta. E’ un bel  paese sul mare, con tanti bar, ristoranti, negozi e allegria. Marco fa scorta di patatine per la partita di stasera.


Alloggiamo in un'intera casa tutta per noi e il parcheggio delle bici sembra un TETRIS.
Alle 18.00 c’è Italia Uruguay. Tifo indiavolato e rutto libero!


Ma si sa che mestamente la nazionale italiana verrà eliminata da una poco sportiva squadra, ma comunque una eliminazione meritata.



Cena al solito (appena sufficiente) in riva al mare.


Si dà il caso che ci sia anche una festa in paese, musica, balli, insomma tanta allegria come si diceva prima, e anche noi decidiamo di condividere quell’euforia con una bella bottiglia di torcibudella da 40° che ci scoliamo tutta.
La band sul palco suona anche brani dei Queen.



A letto un po’ alticci dopo aver acquistato e mangiato un’anguria.

NB: Quello rosa è un aggregato temporaneo!