lunedì 24 giugno 2013

4° GIORNO - 24 giugno Navigazione Sitia Iraklion con ulteriore divagazione sul tema: spostamento fuori programma a Damasta quale strategia di avvicinamento a Retimno

Il programma di oggi prevede lo spostamento, via nave, da Sitia a Iraklion, si ritorna al punto di partenza.



La mattina ci rosoliamo in spiaggia fino alle 11,30, poi carico dei borsoni e zainetti vari sul basto delle bici e via al porto, alle 12 arriva la nave che viene da Rodi e, via Iraklion, tornerà al Pireo.


Si beve birra a bordo, poi si fa una pennichella sulle poltrone. Alle 15.15 sbarco, eccoci di nuovo a Iraklion.



Ripercorriamo la strada del primo giorno, poi una pita per strada e via, il programma, modificato seduta stante, non prevede più la sosta in città, bensì l’avvicinamento a Retimno, percorrendo una trentina di km all’interno, siamo in montagna. Fa caldo.



Subito una dura salita, ovvio, tanto per gradire, la temperatura dell’aria è attorno ai 40°C, si suda e si vuotano le borracce.



Ecco poi la discesa poi ancora salita e arriviamo in località Damasta dove un’accattivante insegna di un agriturismo ci attira, e dove, guarda caso, staremo benissimo. Segnaliamo il luogo perché merita; lettura dal greco: “Agrotikon Paradisiaco arcontico” (si capisce no?) Damasta, Heraklion, Crete, 71500 Greece tel +30 2810521521 mail: info@agrotikon.gr



 Qui si comincia ad apprezzare la cucina vera, la signora, gentilissima, prepara la cena solo per noi, greek salada, polpete, specialità di vario tipo, vino in abbondanza e, giusta conclusione, haraki in dosi massicce.
E qui, in questa serata quasi eterea, Tony racconta una storia.

Il racconto di Toni:

 Un vecchio (o forse no) prete parroco in un paesino di montagna (non diciamo il nome), molti anni fa, offriva alle signore sue parrocchiane, oltre che conforto spirituale, anche quello potremmo dire “materiale” (ciàmeo mona), ma questa non è certo una novità, nel mondo sacerdotale: si sa, in montagna, specialmente d’inverno, le signore non avevano molte possibilità di svago, c'era il marito si, ma vuoi mettere l’emozione del peccato con colui che poi ti darà l’assoluzione? Fatto sta che passa un anno, ne passano altri e, come si dice, la calunnia, che è un venticello, scende in pianura, fino a casa del Vescovo, il quale porporato pensa bene di farla finita con quel teatro e di trasferire ipso facto il prete peccatore.
Senonché giunge l’ultima domenica e quindi l’ultima messa e predica del nostro prete che, quasi a incidere sul marmo le sue parole, con voce possente dal pulpito tuona, alla fine della sua predica:

"….voi, paesani infidi, orsi vi ho trovato, orsi vi lascio…….addio canaglie!!!!" Non è detto che i maschi abbiano proprio proprio afferrato il sottile senso della conclusione del discorso del parroco.




Anche per oggi ci siamo guadagnati il nostro meritato riposo.

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